Vitorchiano è il Borgo sospeso. Contempla la sua bellezza incisa nella roccia, le sue case che incombono sul vuoto e sul silenzio, costruite con la materia stessa della rupe.
Modellato da sogni e pensieri, volontà e desideri, il profilo del borgo prende vita lungo la linea di tetti, torri e campanili: la penna dell’uomo ha saputo disegnare un luogo di leggenda, sospeso sulla gola circostante, in equilibrio tra realtà e fantasia.
Indugia a cospetto del suo Moai, percepiscine l’arcaica energia. Allinea i tuoi occhi con i suoi: scolpiti nella roccia vulcanica, vegliano sul borgo e lo proteggono. Questo totem, gagliardetto scambiato con l’Isola di Pasqua è divenuto custode, arcavolo benevolo delle tradizioni della comunità locale: scruta il borgo sospeso con occhi risoluti e ne rievoca, attorno al fuoco della veglia, radici e storie.
Così sospeso nel tempo, con le sue mura castellane, torri, piazze, chiese e case medievali, Vitorchiano fu prescelta da Mario Monicelli per ambientarvi le disavventure del Cavalier Brancaleone da Norcia e della sua sgangherata armata.
Lo senti? La sua voce ancora riecheggia:
– Si ponga la contrada a ferro e fòco, che l’armata Brancaleone lasci il suo terribile signo! Dura lex sed lex!