A metà strada tra il centro storico medievale di Viterbo e la splendida Civita di Bagnoregio, c’è il Borgo fantasma di Celleno. Incluso nella top 25 delle “incredibili città fantasma d’Italia” del prestigioso The Telegraph, quotidiano del Regno Unito, ha riscosso notorietà internazionale grazie al regista Paolo Sorrentino, che lo ha eletto a location per “Luna Nera”, la serie tv Netflix trasmessa nel 2020.
Avamposto militare strategico in passato, il suo destino ricorda quello del vicino Paese che muore, Civita di Bagnoregio: per l’erosione del suolo argilloso e la fine del mondo contadino, ha subito un inesorabile secolare declino, fino al completo abbandono nel 1951.
Un po’ di storia
In quell’anno, il Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, viste le resistenze degli ultimi residenti a trasferirsi nelle abitazioni del borgo nuovo emanò un’ordinanza per costringerli a lasciare Celleno Vecchio.
Proprio il fascino dell’abbandono e dell’oblio ha attratto, nel tempo, artisti italiani e stranieri, che sono venuti a visitarla. Nel 1973 il pittore di fama mondiale Enrico Castellani decise di acquistare e restaurare il Castello Orsini. Qui visse e creò fino alla sua morte avvenuta nel 2017.
Perché visitare Celleno?
Il borgo antico, a 350 metri di altezza e a circa 1,5 km dal nuovo centro, offre uno scenario incantato: una città fantasma fra le più surreali e incantevoli d’Italia. Arroccato su uno sperone di roccia vulcanica che sovrasta una profonda valle circondata da calanchi, il borgo è accessibile solo a piedi e da un’unica porta, difesa dal Castello Orsini.
Oltrepassare l’arco d’ingresso e raggiungere la piazza principale è quasi un’esperienza mistica: il panorama mozzafiato al di là del precipizio è incorniciato da orbite vuote di finestre come in un dipinto.
I pochi edifici rimasti, anch’essi in parte crollati a valle o erosi dal tempo, contribuiscono a fare di Celleno Vecchio un vero museo del tempo a cielo aperto. La vegetazione che si arrampica fra i ruderi rende anche più poetica la scena. Stretti vicoli lastricati in pietra, tunnel e brevi gradini conducono a vecchie case deserte in uno scenario sospeso come un sogno.
Celleno è luogo incantato: qui il tempo si è fermato concedendoci una pausa da tecnologia, smog, inquinamento acustico, ai quali siamo ormai fin troppo abituati. Luogo ideale per staccare la spina dalla modernità, occasione meravigliosa per un tuffo nel passato: remoto ma nello stesso tempo prossimo, quello dei nostri nonni e bisnonni.
I vecchi edifici che circondano la piazza del Castello sono stati trasformati in un museo della civiltà contadina. Migliaia di oggetti e strumenti antichi sono stati raccolti per rievocare la vita popolare nel XVIII e XIX secolo: una cucina, una cantina, stalle, alcune botteghe di antichi mestieri.
Un viaggio dei sensi e dello spirito, una sorta d’ipnosi nostalgica da cui è difficile destarsi.
Tutti i preziosi oggetti sono stati donati dagli abitanti della nuova Celleno. Vecchi ricordi o cimeli di famiglia riuniti in un unico spazio ideale, un tempo passato che è patrimonio di tutti.